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Le ossessioni e le compulsioni: quale senso di colpa nascondono?

Le caratteristiche centrali del disturbo ossessivo compulsivo sono:

  • La ripetitività, la frequenza e la persistenza della attività ossessiva infatti i pensieri intrusivi si ripresentano alla mente con frequenza e permangono in modo duraturo e continuo;
  • La sensazione che tale attività sia imposta e compulsiva.

Le ossessioni sono idee, pensieri, impulsi o immagini che insorgono improvvisamente nella mente e che vengono percepiti come:

  • INTRUSIVI: la persona ha la sensazione che “irrompano da soli” o che siano indipendenti dal flusso di pensieri che li precede);
  • FASTIDIOSI: la persona sperimenta disagio per il contenuto o per la frequenza;
  • PRIVI DI SENSO  la persona ha la sensazione che siano irrazionali, esagerati o comunque non giustificati o poco legati alla realtà presente.

Le compulsioni sono azioni mentali e/o comportamenti che si manifestano in risposta alle ossessioni e che ne rappresentano un tentativo di soluzione; di solito sono seguite da un senso sollievo dal disagio causato dalle ossessioni, seppure un sollievo solo temporaneo.

Per spiegare le cause si fa di solito ricorso a spiegazioni di tipo bio-psico-sociale.

Dal punto di vista psicologico, esistono evidenze del fatto che alcune esperienze e alcune caratteristiche educative possono contribuire fortemente alla genesi del disturbo ossessivo compulsivo.

Lo scopo di prevenire una colpa è una condizione necessaria per avere sintomi ossessivi.

Esistono ampie evidenze empiriche e cliniche che il timore di colpa e l’elevato senso di responsabilità predicono la tendenza ad avere ossessioni e compulsioni.

Anche una forte rigidità morale, di frequente frutto di una educazione particolarmente severa, con grande attenzione alle regole e con punizioni sproporzionate e/o difficilmente prevedibili, è un elemento che generalmente si trova nella storia delle persone che soffrono del disturbo ossessivo compulsivo (DOC); si tratta di aspetti educativi che molto probabilmente favoriscono l’esagerata responsabilità e la sensibilità alla colpa.

Chi soffre di DOC vive una vita oppressa dal senso di colpa. Come cita Mancini e il suo gruppo di lavoro nel libro “La mente ossessiva”, alla base del disturbo c’è un particolare senso di colpa, quella denominata colpa morale, legata cioè alla trasgressione di una norma e alle conseguenze nocive che potrebbero nascere.

E’ questo tipo di colpa che ti fa chiedere: “hai chiuso il gas?”, perchè se non lo fai bene con sufficiente cura, potresti causare danni terribili. “se ho pensato a qualcosa di tremendo allora potreii farlo realmente”; e allora non posso far altro che controllare che non arrivi più quel pensiero. così facendo naturalmente il pensiero tornerà e ogni tentativo di sopprimerlo lo impone sempre più alla coscienza rendendolo più vivido e quasi reale. Mancini descrive gli strumenti della terapia cognitiva, a tutt’oggi l’approccio che più di ogni altro si è mostrato utile per ridurre il DOC.

Fai un’azione che credi dannosa ed evita di mettere in atto compulsioni, vedrai che tra un po’ l’ansia ti passa. Cerca di capire che c’è realmente dietro quel disgusto che provi per te stesso e rivolgi lo sguardo altrove.

 

Il decorso e le conseguenze del DOC:

Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) tende a cronicizzarsi, seppure con fasi di miglioramento che si alternano a fasi di peggioramento, raramente il suo decorso è episodico.

Considerando che di solito l’esordio è in età giovanile, si tratta di un disturbo che colpisce prevalentemente persone giovani, dunque con una lunga aspettativa di vita. Una frequente conseguenza del disturbo è un peggioramento della vita anche dei familiari: la persona può avere sintomi così pervasivi da diventare invalidanti non solo per sé, ma anche da impedire il normale funzionamento della vita dei familiari.

 

Come guarire?

Le linee guida internazionali indicano nella terapia farmacologica e nella terapia cognitivo-comportamentale i trattamenti più efficaci.

La terapia cognitivo-comportamentale è finalizzata a breve termine a ridurre la quantità e la frequenza dei sintomi e, più a lungo termine, a rendere il soggetto meno vulnerabile ai temi e ai meccanismi cognitivi che hanno contribuito alla genesi e al mantenimento del disturbo ossessivo compulsivo.

La tecnica elettiva nel trattamento è l’Esposizione combinata con la Prevenzione della Risposta.

L’esposizione (nelle sue diverse varianti: esposizione graduale o prolungata; per immagini o in vivo) consiste nel mettere un soggetto in contatto con uno stimolo o situazione che elicita disagio per un lasso di tempo maggiore a quello che il soggetto normalmente tollera.

Ad esempio si chiede ad un soggetto che ha tra i suoi sintomi quello di evitare di toccare le maniglie delle porte, di toccare una maniglia e di mantenere il contatto per 2 minuti. La sperimentazione dell’ansia è negli obiettivi della tecnica; il paziente viene però aiutato sia graduando l’esposizione e sia attraverso interventi preventivi che motivano e riducono la minacciosità del contatto.La prevenzione della risposta consiste nel bloccare i comportamenti sintomatici normalmente messi in atto dal paziente dopo il contatto con la situazione temuta. Il comportamento viene bloccato per un tempo maggiore rispetto quello in cui il paziente è “naturalmente” capace di procastinare la risposta.

In uno studio del 2011 condotto da Nazari vengono messe a confronto due tipologie di trattamento per il Disturbo Ossessivo-compulsivo (DOC): trattamento farmacologico con citalopram e EMDR. Entrambi migliorano i sintomi del DOC, ma tra i due l’EMDR risulta essere il trattamento maggiormente efficace.

Il presente studio costituisce uno dei primi tentativi di confronto tra EMDR e SSRI nel DOC, quindi i risultati devono essere considerati con cautela in funzione anche di quegli elementi che l’autore stesso ha individuato come limiti del proprio lavoro (follow-up a breve termine, bassa dose di citalopram e nessuna registrazione degli effetti collaterali).

 

BIBLIOGRAFIA:

Mancini, F. (2016). La mente ossessiva. Curare il disturbo ossessivo-compulsivo. Cortina Raffaello Editore.

Lakatos A., Reinecker H. (2005). Terapia cognitivo-comportamentale nel disturbo ossesivo-compulsivo. Giovanni Fioriti Editore.

Nazari H., Momeni N., Jariani M., & Tarrahi MJ. (2011). Comparison of eye movement desensitization and reprocessing with citalopram in treatment of obsessive-compulsive disorder. International Journal of Psychiatry in Clinical Practice, 15(4): 270–274. DOI: 10.3109/13651501.2011.590210. Epub 2011 Aug 3.

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